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Tempio Borobudur
Il famoso tempio buddista di Borobudur. Costruito su una collina nel 9°secolo sotto la dinastia Sailendra di Java, ha una base di 122 metri quadrati e un'altezza di 35 metri, contiene 5 chilometri di bassorilievi e 500 statue di Buddha, e poggia su un 1.600.000 blocchi di pietra. A partire dall'11°secolo una serie di cataclismi naturali ed eruzioni vulcaniche, sommerse la montagna cosmica di detriti e rimase abbandonato e dimenticato fino agli inizi del 1800, quando casualmente vennero rinvenute le rovine e soltanto nel 1855 l'immensa costruzione venne riportata alla luce. E' stato dichiarato monumento nazionale indonesiano dopo il definitivo restauro, terminato nel 1983 e sostenuto dall'ONU.
La simbologia del Borobudur, il tempio-montagna che rappresenta la struttura dell'universo ( l'intento era quello di rappresentare il sacro Monte Meru dell'India, modello mitologico dell' universo), ha influenzato anche altri templi, come quello di Angkor in Cambogia.
L'edificio è composto da 10 terrazze, una per ogni fase del cammino spirituale verso la perfezione, divise in tre livelli, corrispondenti alle tre sfere buddiste: la base rappresenta la vita nelle spirali del desiderio (kamadhatu), le cinque terrazze quadrate rappresentano la progressiva emancipazione dai sensi (rupadhatu), le tre terrazze circolari rappresentano la progressione dell'anima verso il nirvana (arupadhatu).
Nella foto stupe delle terrazze superiori.
In cima improvvisamente la densità massiccia dei livelli precedenti si distende in spazi aperti, la complessità delle terrazze si evolve con naturalezza in una semplice tranquillità. A differenza delle cattedrali europee del pari periodo, per le quali le guglie, le cupole e i campanili sono fondamentali, la vetta conta pochissimo nell'economia architettonica di Borobudur: esiste una stupa centrale (a sinistra e nella foto aerea, da cartolina, sotto), ma è poco più che un'inevitabilità geometrica. Il paesaggio delle terrazze è cosparso di nicchie contenenti statue di Buddha. Ogni Buddha è leggermente diverso, ma proietta sempre un'aria di serenità.

A sinistra: il rito di toccare il Buddha all'interno della stupa, come auspicio di fertilità.



A destra: uno degli ingressi alla base del tempio. Qui parte una delle scalinate.
Le gallerie compongono un labirinto di 5 chilometri. Lungo le loro pareti sono disseminati 8.000 metri quadrati di bassorilievi. E i dettagli infiniti di questi costituiscono una delle maggiori attrazioni. Sono 1500 i pannelli della storia di Buddha, a cui vanno aggiunti 1200 pannelli di puro decor. Nell'insieme essi costituiscono una gigantesca enciclopedia del sapere buddista, in quanto abbracciano non soltanto religione, ma anche storia, arte, filosofia, arti marziali, agricoltura, commercio, danza, persino abbigliamento. Ma anche all'occhio più profano risalta subito la giungla di immagini mitologiche, la folla di divinità che si accalca in questo universo in cui Buddha e Shiva sono la stessa divinità.

Uno sguardo verso l'esterno del tempio. La posizione geografica non è casuale: nella piana si incontrano due fiumi che ricordano la sacra confluenza del Gange e dello Yumna in India, e sullo sfondo si ergono montagne che ricordano il profilo dell'Himalaya.



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