Piemonte
Valle Maira
La Valle Maira (detta anche Valle Macra) è una valle alpina in Provincia di Cuneo e prende il nome dal torrente Maira che la percorre nella sua lunghezza. La valle confina a nord con la valle Varaita, che corre parallela, a sud con la valle Grana e con la valle Stura di Demonte, ad ovest con la Francia e ad est ha il suo sbocco sulla pianura padana. È lunga circa 45 km ed è tagliata a metà dal torrente che le dà il nome: il Maira. E' delimitata da due massicce catene montuose che si originano a partire dal compatto rilievo del Brec de Chambeyron.
Nella valle le ricchezze naturali danno l'opportunità di praticare escursionismo ed alpinismo.

In questa valle è stato interamente girato "Il vento fa il suo giro" nel 2005, diretto dal regista Giorgio Diritti, basato su una storia realmente capitata, osservata nella vicina Valle Po dallo sceneggiatore Fredo Valla.
Il titolo riprende un proverbio occitano, col significato di "tutto ritorna".
La vicenda è ambientata nella Valle Maira e precisamente nel paesino di Ussolo, frazione di Prazzo. Nel film non viene citato il nome reale del paese; si fa invece riferimento a Chersogno, nome di fantasia, probabilmente ispirato dal vicino Monte Chersogno. Parte degli attori sono non professionisti, abitanti del luogo che hanno accettato di partecipare al film.
Numerose sono le opere di arte medioevale.
Tipico, ad esempio, è il santuario di San Costanzo al Monte, a Villar San Costanzo, risalente al XII secolo.
Di notevole interesse naturalistico e ambientale è la Riserva naturale speciale dei Ciciu del Villar, sempre a Villar San Costanzo.
Il paese di Dronero, la cui fondazione risale al 1240. Il nome del paese deriverebbe dalla sua conformazione originaria: il termine "draco" indicava infatti ripide scarpate di terrazzamenti. Il paese subì le dominazioni del Marchesato di Saluzzo e quella della corte sabauda. Oggi conta circa 7.000 abitanti e vive soprattutto di artigianato, dell'agricoltura e dell'industria.

Nella foto: il Ponte del Diavolo.
Costruito nel 1428, presenta arcate disuguali e una bellissima merlatura medioevale; detto anche ponte del Diavolo per la leggenda legata alla sua costruzione secondo la quale i cittadini droneresi, preoccupati per la solidità del ponte, presero accordi con il diavolo affinché lui fosse il primo ad attraversarlo, in cambio di un'anima, che però fu quella di un cane!
Tutt'intorno al ponte si sviluppa un dedalo di piccoli suggestivi canali



Inizio pagina