Campania
Pompei Scavi
La grandiosità dell'Anfiteatro, costruito circa nel 70 a.C.: accoglieva 20.000 spettatori, divisi in tre settori. Vi si svolgevano lotte tra gladiatori: da una parte entrava la parata dei partecipanti ai giochi, mentre dall'altra uscivano i corpi esanimi o feriti.
In tempi molto più recenti, qui si svolse il celebre concerto dei Pink Floyd del 1972
La casa della Venere in Conchiglia: danneggiata da una delle bombe cadute su Pompei nel 1943 e scavata nel 1952, questa casa sembra impostata su un'altra precedente ampliando peristilio e triclinio e risistemando gli ambienti, che si sviluppano quasi tutti intorno al giardino. La scenografica raffigurazione pittorica della parete sud ha reso famosa la casa: un giardino rigoglioso di piante e di copiosa fauna, articolate in tre pannelli. A destra è dipinta una vasca di fontana con uccelli; a sinistra una statua di Marte (foto sotto); al centro una finestra dà l'illusione di aprirsi sul mare, dove in una rosea conchiglia è la dea Venere, accompagnata da due amorini e quasi sospinta verso Pompei, di cui era protettrice (foto a destra)
Interno di domus.
Spicca il tipico colore "rosso pompeiano".
Il rosso pompeiano è un'ocra rossa di origine inorganica naturale (ematite), composto da ossido di ferro. Nell'antica Roma era conosciuto con il nome di sinopsis, dovuto alla città di Sinope dove secondo Plinio fu rinvenuto la prima volta. A Pompei, da cui il nome, così come in altre citta dell'antica Roma, ci sono vari esempi di pitture murali in cui è usato questo pigmento inorganico, conosciuto anche con i nomi di rosso ercolano, terra di pozzuoli, rosso inglese, ematite e terra rossa di verona.
L'orto dei fuggiaschi, uno dei luoghi più toccanti della visita. In un ampio spazio adibito a vigneto si trovano i calchi in gesso di alcune delle vittime che furono sopraffatte dalla furia dell'eruzione del 79 d.C. mentre cercavano scampo. Il metodo dei calchi venne introdotto a fine 1800 : i corpi, completamente circondati dalla cenere che si cementa intorno, si decompongono completamente col tempo, generando così una cavità. In tale cavità si versa gesso liquido, che, solidificato, riproduce la forma dei corpi, fermando così, come in una istantanea tridimensionale, il tragico ultimo momento di vita di questi esseri umani e animali.
Un tipico thermopilia, caratteristici e assai diffusi locali a Pompei (se ne contano 89): quello che oggi chiameremmo snack-bar. Si servivano cibi e bevande calde, specie a mezzogiorno, quando era usuale pranzare fuori casa. La struttura è quella di un locale aperto sulla strada, con bancone di mescita in muratura, spesso decorato, in cui sono incassati i dolia (giare) per contenere la merce. Talvolta negli ambienti retrostanti si poteva anche sedere e consumare il pasto.
Il Teatro Grande: edificato nel II sec.a.C. sfrutta il pendio naturale per la costruzione delle gradinate a ferro di cavallo, distinte in tre zone, di cui quella inferiore rivestita in marmo e riservata i decurioni e ai cittadini importanti. Accoglieva 5.000 spettatori
Il Foro era la piazza principale della città, interdetta alla circolazione dei carri. Tutt'intorno sorgevano edifici religiosi, politici ed economici. Era passeggiando lungo il foro che venivano discussi problemi politici, fatti affari, ascoltati pettegolezzi.
Una tipica via pompeiana. Ciò che colpisce di questa grandissima area archeologica (66 ettari) è la incredibile conservazione di tutta la struttura, oltre naturalmente al patrimonio di architetture, sculture, pitture e mosaici. Si ha proprio l'impressione di essere immersi nella vita che si svolgeva 2000 anni fa.
La Villa dei Misteri fu costruita sul pendio verso il litorale. E' una delle oltre 100 ville scoperte nell'area vesuviana, di solito legate allo sfruttamento agricolo, ma anche alla moda delle classi elevate di avere un "rifugio" fuori città, dove ricreare un ambiente pervaso di cultura greca.
Lungo le pareti del triclinio si trova il grande affresco con scena di rito misterico (da cui il nome della villa), ovvero di iniziazione femminile al matrimonio.
I cani randagi di Pompei sono una caratteristica di questo sito archeologico. Vengono ospitati, accudititi e lasciati liberi di girare tra le rovine, in attesa che qualche volenteroso decida di adottarli (c'è un sito adibito a questo)




Alcuni particolari, che sono poi quelli che fanno la grandezza di questo luogo.
Al centro la famosa statua bronzea del fauno, che si trova all'ingresso della Casa omonima, la più grande di Pompei.
Una sua ricostruzione virtuale è visibile nel Museo Archeologico Virtuale (MAV) di Ercolano



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