Hans Christian Andersen
Tutti conoscono Hans Christian Andersen (1805-1875) come uno dei più famosi narratori di fiabe del mondo, ma non tutti sanno che mostrò ottimo talento anche in altri campi letterari, come non sanno che non amava i bambini e non riusciva a sopportare la loro presenza.

Andersen proveniva da una famiglia povera di calzolai di Odense. All'età di 11 anni perse il padre, mentre la madre si abbandonò all'alcool. Fu così che a 14 anni partì per Copenaghen, in cerca di notorietà come cantante o attore, senza però riuscirci. Venne però accolto, per sua fortuna, da una famiglia che gli assicurò istruzione e viaggi all'estero. Presto divenne uno scrittore di grande successo. La sua vita adulta fu però contrassegnata da una certa infelicità, per via dei suoi difetti fisici che non riuscì mai ad accettare, della sua ipocondria e delle sue nevrosi.
Anche se oggi il suo nome è principalmente collegato alle fiabe che scrisse (più di 190!), la sua produzione letteraria comprende romanzi, descrizioni di viaggio, libretti per opere e composizioni teatrali.

Nel suo diario egli annotò "...Viaggiare significa vivere, la miglior scuola per la mia cultura e per la mia formazione" e così nella sua vita intraprese una trentina di lunghi viaggi attraverso l'Europa, elaborando le sue esperienze in diversi libri e in tre autobiografie.



Nella foto lo scrittore in versione "mattoncini" riposa su una panchina del Legoland Billund
Le sue fiabe, esportate in tutto il mondo, non sono solo il prodotto di una fervida fantasia, ma egli si riallaccia alla tradizione delle fiabe popolari danesi, elabora motivi di miti e leggende di altri popoli, intrecciandoli con la sua lirica dai tratti autobiografici. Si ispira alla sua povera mamma nella Piccola fiammiferaia e nella novella L'usignolo cinese al suo amore sfortunato con una cantante. ANdersen nelle sue favole descrive la vita di tutti i giorni, si prende gioco delle debolezze umane e condanna le ingiustizie sociali. A volte rinuncia al lieto fine, scelta che non tutti condividono (vedi per esempio lo stravolgimento del finale della Sirenetta)



Nella foto una versione pupazzo al Fyrtøjet di Odense
Non si può dire che la sua vita fu tutta una favola, ma sicuramente le favole furono la sua vita.



Una giostra di tiro a segno, dove il bersaglio è il cilindro dello scrittore, al Tivoli di Copenaghen



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